La terapia chelante per l’intossicazione da metalli pesanti
L’ambiente in cui viviamo ci espone costantemente al contatto, in varie forme, con metalli pesanti. Non è possibile, oggi, escludere tali sostanze dal nostro contesto, ma occorre considerare che questa esposizione possa avere controindicazioni. Esistono situazioni di particolare rischio che possono esporre a quantità elevate di alcuni metalli tanto da richiedere un intervento medico immediato. Il rischio di incorrere in una intossicazione acuta da metalli pesanti è legato soprattutto a circostanze ambientali, in molti casi frutto di contesti lavorativi particolari, mentre l’avvelenamento tramite cibi è più raro.
In generale, metalli come piombo, mercurio, arsenico e cadmio, se accumulati nell’organismo, possono causare danni organici irreversibili. La terapia chelante offre una soluzione efficace per ridurre i livelli di tossicità e proteggere la salute.
24-01-2025
Cosa sono i metalli pesanti e perché sono pericolosi?
I metalli pesanti sono elementi naturalmente presenti in natura con i quali veniamo quotidianamente in contatto. Un’esposizione eccessiva o prolungata, determinata da situazioni ambientali malsane, può però provocare gravi danni alla salute poiché, una volta entrate nel corpo, tali particelle tendono ad accumularsi nei tessuti senza essere smaltite, interferendo con le normali funzioni cellulari. Per fare qualche esempio, il piombo provoca danni neurologici, soprattutto nei bambini, il mercurio può causare problemi cognitivi e danni renali, l’esposizione a grandi quantità di arsenico è associata a malattie cardiovascolari e cancro, mentre il cadmio può provocare danni renali e fragilità ossea. Intervenire riducendo gli accumuli con la terapia chelante permette di trattare l’intossicazione attraverso un processo di eliminazione dei metalli presenti nell’organismo.
Come funziona la terapia chelante
La terapia chelante utilizza agenti chimici particolari che hanno la capacità di creare legami con gli ioni dei metalli presenti nel corpo, formando complessi stabili che possono essere filtrati dai reni per essere poi smaltiti. I chelanti, questo il nome degli agenti, possono essere somministrati sia per via endovenosa che per via orale, a seconda delle necessità del paziente e delle caratteristiche dell’intossicazione.
Gli agenti chelanti più comuni sono l’EDTA (Acido Etilendiamminotetraacetico), il DMSA (Acido Dimercaptosuccinico) e il DMPS (Acido 2,3-Dimercapto-1-Propanesulfonico), ognuno dei quali con indicazioni specifiche da valutare sulla base del singolo caso. Gli agenti chelanti sono in grado di creare legami con ioni di piombo, mercurio, arsenico, alluminio, cadmio e con altri metalli potenzialmente pericolosi per quantità, caratteristiche o durata dell’esposizione.
Gli usi della terapia chelante
Oltre a essere la terapia di riferimento in caso di intossicazioni acute da metalli pesanti, la terapia chelante è ora studiata anche nel trattamento di malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Recenti studi (per esempio il TACT - Trial to Assess Chelation Therapy) hanno dimostrato il potenziale dell’uso di EDTA nella rimozione dei depositi di calcio nelle arterie, evidenziando miglioramenti in pazienti con malattie cardiovascolari. I processi di chelazione, abbassando l’esposizione ai metalli pesanti, sembrano avere effetti positivi anche sulla prevenzione e sul trattamento di patologie come l’Alzheimer e il Parkinson.
Benefici e rischi della terapia chelante
La terapia chelante è efficace nell’eliminazione dei metalli dall’organismo, prevenendo danni cronici a organi come cervello, reni e cuore. La minore quantità di metalli nel corpo si traduce in un miglioramento dei sintomi cognitivi e in una riduzione dello stress ossidativo poiché la presenza di ioni metallici favorisce la formazione di radicali liberi. Come tutti i trattamenti medici, però, la terapia chelante non è priva di rischi: gli agenti chelanti, infatti, non si legano solo ai metalli potenzialmente tossici ma anche a minerali preziosi come calcio, zinco e magnesio. Per questo è necessario che la terapia venga eseguita con professionalità seguendo tempi e modi idonei per garantire la massima sicurezza del trattamento. Oltre a ciò, reazioni avverse possono comprendere, in particolare, nausea e vomito.
Studio Bonaccorso: specialisti nella terapia chelante
Presso lo Studio Bonaccorso, la terapia chelante è eseguita con attenzione e professionalità, garantendo la massima sicurezza ai pazienti. Il nostro team utilizza tecnologie avanzate e un approccio personalizzato per gestire efficacemente i casi di intossicazione da metalli pesanti.
Per ulteriori informazioni o per prenotare un consulto, naviga sul nostro sito web o contatta una delle nostre sedi a Milano o Roma.
Studio Bonaccorso è a disposizione
per rispondere a tutte le domande.
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Usi e funzioni della terapia chelante
La terapia chelante è un trattamento medico che ha l’obiettivo di abbassare le quantità di metalli presenti nel corpo, mirando in particolare a eliminare accumuli di piombo, mercurio, arsenico e cadmio. Sviluppata inizialmente negli anni ’40, questa tecnica si è rivelata essenziale nella gestione delle intossicazioni acute da metalli e, in seguito, nel trattamento di malattie di natura cardiovascolare e neurodegenerativa. Vediamo, allora, come funziona e quali siano rischi e benefici associati alla terapia.
Usi e funzioni della terapia chelante
La terapia chelante è un trattamento medico che ha l’obiettivo di abbassare le quantità di metalli presenti nel corpo, mirando in particolare a eliminare accumuli di piombo, mercurio, arsenico e cadmio. Sviluppata inizialmente negli anni ’40, questa tecnica si è rivelata essenziale nella gestione delle intossicazioni acute da metalli e, in seguito, nel trattamento di malattie di natura cardiovascolare e neurodegenerativa. Vediamo, allora, come funziona e quali siano rischi e benefici associati alla terapia.